Friday, January 20, 2012

Come a Faenza

Oggi gli opposti coesistono.
Vive nel ricordo una grande gioia
e un grande dolore mi attraversano,
collidono agli antipodi del giorno.
Non mi strappano, mi svuotano.
Prive di sogno le mie mani sfaccendate,
Pesanti, immobili icone di stupore
Che qualcuno mi ha lasciato in grembo
Calde, ma familiari come estranei
In metropolitana accanto a te,
Troppo stanchi e sudati per spostarsi;
Quelle che avete sono quasi carezze
così intime, ma involontarie, o soltanto
sbadate, smemorate d’ogni senso
obliterate ai tornelli, controllate
da uomini in divisa combattuti
tra tunnel affolati e prati verdi.

Anch’io vorrei essere altrove.
Vorrei abbandonare queste blande
Lande tormentate dagli estremi.
Ma è ostinato il cuore e
Non si strappa, non si ferma,
Mi abbandona senza traccia
Senza più nessuna faccia
Né la forza di provare
Anche solo a immaginare
Di aver dentro il petto un centro
Puro, forte e d’improvviso
Avere qualunque cosa serva
- Che sia rabbia, amore o pena -
A scacciare l’indolenza:
Vorrei proprio farne senza.

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Come a Faenza by Dario Beltrami is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.
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