Sunday, September 9, 2012

Allora non sono il solo... (Sanremo)

Avete presente quella fastidiosa sensazione che si prova verso metà febbraio o giù di lì, quando i palinsesti si inchinano (o semplicemente collassano) sotto ghirlande di fiori e melassa di musica e parole? Bene. (Ri)Leggevo in questi giorni il "Diario degli errori" di Ennio Flaiano e ho (ri)trovato una perla che vorrei condividere qui: mi fa sentire meno solo, e mi ricorda la grandezza dell'autore - seguiranno altre citazioni: il genio va condiviso.

[1968, Londra*] 
[*NdR parliamone! Già nel 1968 non se ne poteva più!!!]

Ho visto alla televisione una delle serate di Sanremo.

Ero a cena in casa di amici e non ho potuto sottrarmi. Questi amici intendevano vedere la trasmissione per ragioni di studio, essendo psicologhi e interessati ai fenomeni della cultura di massa. Alla fine mi sono accorto che a loro quella roba piaceva. Il fatto che a cantare fossero dei giovani, serviva a garantirli che la loro approvazione rientrava nell'aspetto giovanile del fenomeno. La verità è che a me lo spettacolo, non so se più ridicolo o penoso, di quella gente che urla canzoni molto stupide e quasi tutte uguali, lo spettacolo mi è parso da vecchi. Comunque, se la gioventù è questa, tenetevela. Non ho mai visto niente di più anchilosato, rabberciato, futile, vanitoso, lercio e interessato. Nessuna idea, nelle parole e nei motivi. Nessuna idea nelle interpretazioni. E alcune mi venivano segnalate come particolarmente buone. C'era un tale per esempio, coi capelli alla bebè che sembrava protestare contro il fatto che dei malintenzionati gli tirassero delle pietre. Non si capiva perché si lamentasse tanto. Avrebbe voluto che gli tirassero delle bombe? Oppure? Che un tipo simile venga lapidato dovrebbe essere normale. È brutto, sporco e probabilmente velenoso.
So bene che è inutile lamentarsi sui risultati di una politica produzione-consumo. Interessi economici molto forti possono modificare non soltanto il gusto, ma la biologia di un popolo che cade in questa impasse. La trasmissione era ascoltata, dicono, da 22 milioni di telespettatori, che è quasi dire tutta l'Italia - il paese dei mandolinisti.

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